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Metti tre giorni in Val Belluna..

Alla scoperta del territorio, della cultura e della buona cucina in sella ad una bici. 

Words & Photography by Miriam | Styling by Beatrice

6 Luglio 2021

La Valbelluna è un luogo ricco di storia e cultura ma non solo. Circondato dall’incantevole panorama delle Dolomiti Bellunesi, tra i suoi borghi e castelli, si possono scoprire itinerari ciclabili immersi nel silenzio della natura che costeggiano fiumi e boschi; tracce ideali per perdersi nella bellezza e rivalutare il senso del tempo. Ecco quello che abbiamo segnato sul taccuino durante tre giorni di educational assieme a giornalisti e blogger che si sono trovati subito uniti dalla passione per lo sport, il paesaggio e la buona cucina.  

L’accoglienza prima di tutto.

Arrivati a Feltre nel tardo pomeriggio, ci si immerge subito nell’atmosfera fiabesca del borgo antico che abbraccia i suoi visitatori con le sue piazze e i palazzi. Feltre è una città piena di sorprese, infatti la guida ci porta tra gli scavi dell’area archeologica per poi ammirare i capolavori in ferro battuto del museo Rizzarda, la collezione di opere e manufatti sacri del Museo dell’Arcivescovado e ci racconta la storia di una Venere nascosta in un salotto antico con un piede che sbuca dall’acqua, seguendo le regole delle proporzioni di Leonardo. Tutto a dimostrazione di quanto questo paesino apparentemente sperduto tra le montagne, sia stato in realtà perennemente in contatto con i cambiamenti e le evoluzioni storiche, artistiche e culturali. La giornata non può che concludersi con una birra fresca alla birreria Pedavena, un luogo di produzione d’eccellenza, fondato nel 1897.

Primo giorno. Le storie dei martiri e della bicicletta. 

 

Dopo qualche chilometro all’ombra dei boschi feltrini, don Sergio ci accoglie tra le storiche mura dell’Abbazia del Santuario di Vittore e Corona – originariamente un castello – dal quale si può godere uno scorcio veramente suggestivo sulla città e sul panorama circostante. Qui, nel piccolo e fresco chiostro, ci racconta le storie dei martiri e del corpo di San Vittore, custodito all’interno della cappella dove gli affreschi di influenza giottesca si mescolano incredibilmente a particolari architettonici arabeggianti. 

Dopo aver lasciato questo paradiso di pace e silenzio, il viaggio continua tra i borghi più suggestivi dei dintorni e un pranzo immerso nella campagna. All’agriturismo Cascina Dolomiti assaggiamo prodotti a km 0 – taglieri di salumi e formaggi, la tipica polenta con il pastin e una deliziosa focaccia con le erbe – per una pausa rigenerante incorniciata dai prati e dalle montagne.
La giornata si conclude al Museo della Bicicletta di Cesiomaggiore che ripercorre la storia della due ruote tramite un’appassionata raccolta ad opera di Sergio Sanvido. Dal celerifero francese del 1791 ai bicicli europei dell’Ottocento, passando per le biciclette usate per lavoro e quelle leggendarie dei campioni. In pochi metri quadrati si può fare un vero tuffo nel passato. Per gli appassionati della cultura vintage, qui si trovano anche numerosi cimeli come accessori, foto e maglie. 
La cena? Tipica, naturalmente. Alla leggendaria Osteria del Conte si gustano i sapori della cucina bellunese e si respira il fascino degli antichi casolari, delle tenute di campagna con i mazzi di spighe appesi ai fienili, vegliati dalla luna d’estate. 

Secondo giorno. Dal Medioevo al Settecento.

La giornata comincia con un caffè nella piazza di Lentiai, proprio vicino alla Chiesa di Santa Maria Assunta, per poi partire in direzione del Castello di Zumelle, una delle poche strutture medievali in Italia ad aver conservato praticamente nella sua interezza strutture, manufatti e persino ricette gastronomiche. Tra queste mura si ritrovano gli antichi mestieri, le polveri per i colori, i calamai per le trascrizioni, le candele e le macchine per la produzione di fogli di carta. Un vero e proprio tuffo nel passato, con la possibilità anche di pernottare nelle stanze del castello e di cenare con i sapori di un tempo all’interno della suggestiva torre.  
Si riparte in direzione di Mel – iscritto nell’elenco dei borghi più belli d’Italia – per una breve visita prima di sederci per il pranzo sotto ad un tiglio secolare nella splendida tenuta di Casteldardo. Accompagnati dalla brezza, dai profumi dell’erba tagliata e delle rose e dall’allegria del cane Yuki, mangiamo una selezione di delizie preparate appositamente per noi in una cucina all’aperto. Nelle pentole cuoce un risotto ai bruscandoli – erba selvatica del territorio – e grandi ravioli ripieni di formaggio Castelmagno. Anche la birra è speciale: si tratta infatti di un prodotto derivante dal recupero delle resine degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia che si è tragicamente abbattuta sulle Dolomiti Bellunesi, nell’ottobre 2018. 
Nessuno vuole andarsene da questo luogo incantato, dove gli attrezzi della campagna, appesi ai muri di pietra, raccontano storie e dipingono bellezza ovunque. Ma Belluno ci aspetta e, sotto un improvviso temporale, visitiamo la città scoprendo i suoi scorci panoramici, l’incantevole Piazza delle Erbe e il Museo di Palazzo Fulcis con le sue decorazioni a stucco Rococò e le opere d’arte piene di allegorie che avrebbero dovuto guidare la vita del giovane Pietro Fulcis agli albori del Settecento. Restiamo poi a Belluno per una cena a base di pesce che ci fa avvertire appieno l’ospitalità di questa città.

Terzo giorno. Vista sulle Dolomiti. 

A quest’ora del mattino, il lago di Santa Croce è ancora immerso nella quiete, con i pedalò abbandonati sulla spiaggia, appena lambiti dall’acqua trasparente. Il vero obiettivo del giorno è il Nevegal, o meglio salire al Balcone delle Dolomiti, dal quale si può godere di un panorama mozzafiato. Le batterie delle e-bike sono cariche, come tutto il gruppo. Il vento rende il cielo azzurro e ammassa le nuvole bianche come panna montata che si riflettono nello specchio del lago che ora assomiglia a uno specchio d’acqua turchese incastonato fra le montagne. Qui, dove la strada sale come una mulattiera, crescono tutti i fiori e le erbe di montagna mentre l’aria ha la purezza dell’altitudine che si mescola sempre con la fatica di arrivare in cima. Su al rifugio ci attende un classico aperitivo di malga, semplice e dai sapori genuini: la giusta ricompensa per essere arrivati così in alto. Il pranzo con la vista sui prati di Pian Longhi, appena subito sotto al Nevegal, è l’ultimo momento di condivisione durante il quale ci possiamo scambiare le emozioni di questi giorni. Il nostro breve ma intenso viaggio alla scoperta della Valbelluna si conclude seduti al tavolo tutti insieme, davanti a un bicchiere di vino, con il sole del primo pomeriggio che illumina i versanti delle montagne.  Ancora una volta, l’incanto è stato molto più forte della sforzo.