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GeoGravel Tuscany Edizione Zero - on board diary

Una giornata cominciata come tante altre e finita come un’epica avventura sulle Strade Grigie, dove la Natura ha padroneggiato tempo e adrenalina.

Words by Miriam | Photography by Miriam & Chiara | Styling by Beatrice

3 Ottobre 2022 

Ci sono molti luoghi comuni sul gravel, noi ci siamo presi una giornata intera per sfatarli tutti. Tra fagiani e piogge torrenziali ma anche scorci mozzafiato e incantate strade sconosciute ai più, abbiamo imparato una sola e vera lezione: mai sottovalutare la bicicletta – e nemmeno la propria perseveranza. 

Quella che da fuori sembrava una bravata tra amici – di quelle che poi te le ricordi per gli anni a venire – era l’edizione numero zero della GeoGravel Tuscany. Una specie di test di idoneità per questi itinerari caratterizzati dall’energia pulita geotermica e non solo. L’esame è stato passato alla grande, tutti promossi al 2023. Nel frattempo, gli amici che non c’erano possono sempre leggere le nostre avventure qui sotto, per respirare l’atmosfera di un’autentica giornata a diretto contatto con la Natura e i suoi elementi. 

Vento di tempesta al Castello di Querceto.

La giornata comincia in salita, le strade qui sono discese ed ascese verso i borghi che dominano la vallata con le loro affascinanti storie. Castello di Querceto è uno di questi ed è qui che il corto e il lungo si separano, uno in direzione del mare e l’altro verso la terrazza panoramica di un posto che si percorre in due minuti, per un solo vicolo, dove spira un vento di tempesta. É tipico di questo angolo di Toscana, dove il mistero si mescola alle leggende. Le nuvole si ammassano a strati nel cielo immenso sopra le colline ed è impossibile non fermarsi a pensare a dove può portarti la bicicletta, anche solo per un giorno. Forse siamo incoscienti quando pedaliamo, forse riusciamo solo a pensare che la nostra esistenza è una continua ricerca della meraviglia. 

La Val di Cecina e il profumo dell’entroterra appena prima della pioggia

Esistono luoghi che sono fuori dal tempo. Su queste strade che tagliano in due la macchia mediterranea non si riesce a capire se siamo negli anni Duemila o in qualche altro secolo dove le automobili non esistono neanche nei più reconditi pensieri degli inventori e ancora, quando fa buio, vengono accese le candele. In lontananza il cielo è grigio, scappa qualche goccia di pioggia e c’è solo il rumore delle biciclette sulla ghiaia – grigia anch’essa. C’è un fascino in questi boschi che ha a che vedere con la consapevolezza di essere lontani da tutto, dal traffico, dall’asfalto e dalle testimonianze umane. Il ciclismo non è questo? Ricollegarsi a sé stessi, senza intermediari. 

Al primo ristoro esce un raggio di sole, la birra scende giù per la gola come una pura cascata di montagna. 

Quel famoso panino con la salsiccia toscana

Paolo Bettini è indiscutibilmente il guru di queste colline e una delle cose da lui più raccomandate è il panino con la salsiccia cruda della Gabella. Tradotto, è un tipico bar italiano su una statale dove – come spesso capita – si può gustare la genuinità autentica della regione in cui ti trovi. Qui si parla di cinghiale, ovviamente e di altre tipicità che, chiuse in due fette di pane toscano, compongono il pranzo perfetto per chi deve ancora avventurarsi per qualche ora là fuori, tra sterrati e pioggia sicura.  

Il buio all’improvviso

I cipressi diventano neri e la tormenta si abbatte sulle stradine in mezzo ai boschi, non c’è nessun’altra scelta che quella di andare avanti, fermarsi sarebbe peggio. Una delle più grandi metafore della vita che offre la bicicletta è questa: se smetti di pedalare sei perduto. Inizi a sentire il freddo, l’umido e forse ti torna anche quel poco di ragione che ti farebbe prendere il telefono e chiamare qualcuno, chiedendo soccorso. Invece no, anche quando si fa buio nella testa, c’è sempre quella voce che ti dice di andare avanti, che poi tutto andrà meglio. Poi se quel momento arriva dopo due ore non importa, quello che conta è che sei passato attraverso la crisi. Il temporale continua a tormentare le colline là fuori mentre l’acqua – della doccia, questa volta – lava via il freddo e tutto il resto.

 

Si può bere il vino con la pizza?

É esattamente quello che ci chiediamo quando si scontrano – pacificamente – due culture, la belga e l’italiana. Alla fine vince la birra, naturalmente, ma i veri trionfatori della giornata sono quelli che hanno finito il lungo e sono qui, seduti a questa infinita tavolata sulla terrazza del mitico bar Ganesh, a ridere e scherzare sulla tempesta che si è letteralmente abbattuta su di loro. Il buon cibo, il vino e il ciclismo sono tre cose che mettono tutti d’accordo e fanno sempre trovare nuovi amici.