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GeoGravel Tuscany 2024 - Pomarance è una dichiarazione d’amore

Mattine di giugno a diciassette gradi, vento sulle colline, nuvole come spumiglie sul cielo azzurro e notti che riempiono il silenzio di milioni di stelle. La seconda edizione della GeoGravel Tuscany è una poesia che abbiamo scritto con il sangue, ancora ci siamo guardati allo specchio e ritrovati innamorati senza un preciso perché.

 

Words by Miriam | Photography by Miriam | Styling by Beatrice

5 Giugno 2024

Qui la nostra ennesima trasferta pomarancina tra carboload di pasta in bianco, gin tonic, inaugurazioni con piscina e ville in vendita senza speranza di poterle comprare. 

Giovedì – Riunioni, scatoloni e ritorno all’headquarter

Se c’è una cosa che Pomarance ci ha insegnato nei secoli è questa: l’attesa del piacere è essa stessa il piacere. Le strade tra le colline sembrano essere sempre più infinite, come se ogni anno qualcuno avesse attaccato un pezzo di asfalto in più, solo per dire che le cose belle bisogna sudarsele fino alla fine. Appena fuori dal casello – noi in quattro sulla MiTo della Patrizia – siamo di nuovo catapultati nel nulla cosmico delle campagne toscane. Via la connessione, via i pensieri. Il cielo è bianco, senza troppi sentimenti, e le colline hanno la palette verde sontuosa di giugno, tra i boschi e gli olivi. Il Ganesh appare all’orizzonte come il porto sicuro di Ulisse e ad aspettarci c’è un crocchio di local che gioca a carte con i bianchini ben in vista. Il tempo di una schiaccia ed è già ora di fare un meeting riepilogativo sulle millemila cose da fare. Intanto arriva Alessandro con la faccia di uno che ha sgasato per trecento chilometri per essere qui il prima possibile.

Pom, we’re back.

Nella frenesia dell’apertura degli scatoloni scopriamo che proprio questa sera inaugura il nuovo Pomarancio – un evento che stavamo aspettando da mesi – e decidiamo di passare per un amaro, restando completamente sbalorditi dalla struttura che, come parte dell’antico palazzo Bicocchi, è una specie di gioiellino nel centro del borgo. Elia e Lorenza hanno fatto i salti mortali per riportare questo luogo al suo splendore: i soffitti, la sala da pranzo con le pareti di roccia, i terrazzi. guardando le finestre riesci a pensare che i secoli sono passati da qui e hanno guardato le colline come le guardiamo noi, vite da signori di campagna che noi adesso non possiamo neanche immaginare, abituati come siamo a correre con il telefono in mano per rispettare i tempi e stare al passo con la società. 

Fuori le vie sono piene di candele e tutti subiamo il fascino di tornare indietro nel tempo, quando la notte era divisa a metà tra sacro e profano. 

Venerdì - Gelato e soglie superate.

Io e Patrizia ci dirigiamo verso l’agriturismo San Carlo per qualche commissione mattutina e là incontriamo il piccolo Toto – un meticcio salvato dalle strade della Sicilia – che inondiamo di carezze mentre trotterella nel vento. Nel frattempo scopriamo che il nostro quartier generale toscano dei sogni è in vendita ma ad una cifra totalmente al di sopra delle possibilità umane e sinceramente non c’è neanche il tempo per prendere un gratta e vinci. Ai sogni impossibili penseremo dopo, intanto la Vale ci aspetta alla sede del Velo Etruria per fare un miliardo di borsine per i partecipanti. È così che passiamo quasi tutto il resto della giornata, prima di emergere dal rifugio, prendere un gelato e raggiungere Fabio al Piazzone che si sta occupando di coordinare la logistica degli stand. Restiamo alle iscrizioni fino a che il sole tramonta e la temperatura scende a meno dieci – come da tradizione. Alla fine, come nel ciclismo, è solo questione di superare la soglia: quando riesci a sopportare quel frangente di orario che va dalle 20 alle 22, allora sei salvo.

Per il resto, crolliamo a letto morti ben sapendo quello che ci aspetta il giorno dopo.

O forse no. 



Sabato - Fiori di campo, dj set e cose della vita.

La cosa incredibile di questo posto è l’atmosfera selvaggia che lo avvolge. Appena esci dalle strade conosciute ti ritrovi nel mezzo del nulla, circondato dai fiori di giugno che crescono nei campi e ai lati delle strade grigie. Durante la social ride, qua e là appaiono le visioni delle centrali che sbuffano il fumo come nuvole: l’energia della Toscana che viene dal sottosuolo, il calore furioso che si nasconde sotto la placidità di questi sentieri. Non siamo così anche noi? Aspettiamo quieti ma dentro abbiamo il temporale. 

Il carboload di pasta in bianco del mezzogiorno non riesce a scongiurare la mia sfortuna plateale del pomeriggio ma le cose della vita si mettono meglio sul far della sera, quando la Bea fa la sua trionfale entrata, Saturnino comincia a suonare e dimentichiamo tutto. Anche oggi, nel bene o nel male, abbiamo fatto ciò che era di nostra competenza. L’orologio segna sempre un’ora assurda quando chiudiamo gli occhi sulla notte prima del grande giorno. 

Domenica - Il tempo sulle colline

Con me a metà servizio, a Patrizia e Vale tocca andare per sterrati – per quest’ultima è la sua prima volta, battesimo di fuoco. Io provo l’ebbrezza di restare al Piazzone ad aspettare gli arrivi. La vita lenta è una cosa che a Pomarance va di moda, il tempo si dilata, lo spazio pure. Ogni singolo istante è prezioso per sentire il qui e ora che non riusciamo mai ad afferrare. L’attesa. 

Quando siamo di nuovo tutti sotto al tendone per il pasta party inizia a piovere, di nuovo il saluto della Toscana ai nomadi che se ne vanno ancora lontano. Il ciclismo ci ha insegnato che ripartire è tra le cose più difficili di tutte, specialmente quando un posto – oramai – entra a far parte di te.

Se anche tu non puoi più resistere al fascino di Pomarance, abbiamo organizzato una bike experience in compagnia di Paolo Bettini, tra Costa degli Etruschi e Colline Geotermiche per il prossimo mese di settembre. Vieni a pedalare con noi?

Scopri di più.