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La mia Ronde Van Vlaanderen tutta in salita: una vittoria indimenticabile

Alessandro Ballan racconta i momenti salienti di un momento straordinario della sua carriera.

Words by Miriam | Photography by Miriam | Styling by Beatrice

31 Marzo 2023 

Una vigilia burrascosa

Come la notte prima degli esami, di quella ronde Van Vlaanderen del 2007 mi ricordo benissimo la sera della vigilia. Ero in forma, mi ero preparato bene per quell’appuntamento importante e avevo vinto la Brugge-De Panne pochi giorni prima, insomma ero carico. Ma la pressione si faceva sentire e io ero in camera con Fabio Baldato, allora era una vera gara a chi si addormentava per primo perché – diciamo – lui non è un tipo molto silenzioso durante il sonno. Io quella sera persi e non riuscii a prendere sonno fino alle quattro del mattino, è stato a quel punto che ho chiamato il medico della squadra, per sapere se potessi fare qualcosa. Non potevo davvero perdere un’occasione così speciale per colpa di una notte in bianco. Mentre telefonavo, si svegliò anche Fabio e mi rassicurò. Mi disse che anche lui non aveva dormito che poche ore la vigilia della Milano Sanremo in cui arrivò secondo, era normale. Tutto sarebbe andato bene.

Alla fine mi addormentai e mi presentai in linea di partenza il giorno dopo con una condizione che non lasciava promettere nulla di buono.



Una gara tutta in salita 

La corsa è iniziata nel peggiore dei modi, mi sentivo davvero male e mi sembrava di proseguire solo per forza d’inerzia. Era la mia prima volta da leader indiscusso della squadra e i miei compagni mi chiedevano continuamente se dovevano portarsi avanti a fare il ritmo ma io ripetevo loro di stare a ruota. Non era il mio giorno. 

Poi la svolta è arrivata quando mancavano 40 chilometri dall’arrivo ed è andata via una fuga di sette corridori – tra i quali anche Fabian Cancellara. È stato nuovamente Fabio – che era un po’ il nostro direttore sportivo in corsa – a chiedermi cosa fare. Io gli ho detto che non mi sentivo bene, che era inutile lavorare. Ma lui, ancora una volta, mi ha rassicurato, mi ha detto che mi sarei sbloccato e, di sua iniziativa, ha messo il team davanti per menare a tutto gas. Guido Bontempi che era in ammiraglia si era arrabbiato parecchio per questo gesto sconsiderato e io, dal canto mio, non volevo che la situazione peggiorasse. Perciò, una volta ripresi i fuggitivi, ho pensato che dovevo dare un senso a tutto quell’incredibile lavoro di squadra.  Così sono scattato sul Geraardsbergen e da lì…il resto è storia! Il ciclismo è così, tutto cambia in poco tempo e il vento può trasformarsi da contrario a favore in pochi chilometri. 

 

Vincere una Classica Monumento

L’arrivo è stato qualcosa di incredibile, vincere una Ronde è qualcosa di speciale ed indimenticabile, lo porti nel cuore per sempre. L’abbraccio con i miei compagni è una delle sensazioni che ricordo in modo più nitido, forse proprio perché sono stati loro ad avere fiducia in me, anche quando io non ne avevo. Avere le gambe è importante, crederci ancora di più.