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Fondriest racconta | La Primavera al Vigorelli

Maurizio Fondriest ci guida alla scoperta della Milano-Sanremo e della storica partenza dal velodromo Maspes-Vigorelli.

Words by Maurizio | Styling by Beatrice

17 Marzo 2022 

Nato nel 1935 dall’eredità del velodromo Sempione, il Vigorelli diventa in pochi anni un simbolo di Milano con i seigiornisti che popolano le notti fragorose attorno ad un anello destinato a diventare iconico anche per la storica officina di Faliero Masi che, sotto la pista stessa, forgia le biciclette di Merckx, Coppi, Anquetil, come se fossero opere d’arte capaci di spiccare il volo. Tra le bombe che flagellarono la città nel 1944 e la nevicata del 1985 che ne devastò il tetto, il Vigorelli si è rialzato più e più volte, senza perdere mai la sua aura leggendaria. Il 19 marzo la Milano-Sanremo prenderà il via da questo luogo simbolico per percorrere quei quasi trecento chilometri che legano la città al mare, Maurizio Fondriest ci racconta il suo legame con questa corsa, un viaggio che si ripete da centotredici primavere e promette attese al cardiopalma, attacchi e contrattacchi in picchiata verso la stretta via Roma, storico red carpet di un Monumento sinfonico. 


La mia Vittoria più grande

La Milano-Sanremo è senza dubbio la mia corsa del cuore per tanti motivi. Ho provato a conquistarla per molte edizioni e ci sono sempre andato parecchio vicino ma nel 1993 è cambiato tutto. Quella mattina, prima della partenza, avevo ricevuto la notizia della nascita della mia prima figlia Maria Vittoria ed ero al settimo cielo, esattamente in quella condizione di grazia che serve per vincere questa corsa. La Classicissima sembra una competizione facile sulla carta ma è una delle più difficili da centrare, proprio per la sua imprevedibilità. Da puncheur nato, io sapevo benissimo che dovevo attaccare sul Poggio per fare la differenza ma quel giorno non contò solo la strategia. Sentivo dentro qualcosa di speciale, una sorta di spavalderia mai avuta prima – che non ho più ritrovato nemmeno dopo – e che mi permetteva di essere sicuro al cento per cento delle mie possibilità. Correvo concentrato ma allo stesso tempo mi sentivo spensierato, questa fortunata combinazione  mi ha dato il quid in più per vincere.

Al Vigorelli con la bici di Moser

Ho fatto il militare a Milano nella compagnia atleti e mi ricordo benissimo quando partecipai al Campionato Italiano del Chilometro da fermo. Io non ero certo un chilometrista ma il Comitato Trentino mi aveva chiesto di preparare una prova in pista, c’era così poco tempo per allenarsi che scelsi quella disciplina. Così chiamai Francesco Moser – avevamo praticamente le stesse misure – e mi feci prestare una delle sue biciclette. Allora non c’erano molte squadre che davano in dotazione i body, perciò ne presi uno mio, totalmente rosso, me lo ricordo come se fosse ieri. Così corsi per la prima volta sullo storico anello del Vigorelli, un’esperienza divertente ma anche impossibile da dimenticare.

 

Il prestigio dei luoghi iconici 

Nel ciclismo, i luoghi hanno un significato profondo. Partenze e arrivi possono conferire grande prestigio alla competizione. Penso a traguardi che lasciano senza parole, come Piazza Duomo per il Giro d’Italia, Il Colosseo per il Giro del Lazio o Piazza del Campo per la Strade Bianche, palchi d’onore che conferiscono carattere e personalità all’evento. Per questo motivo, la partenza dal Vigorelli non farà che accrescere il valore di questa grande corsa Monumento.