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Sperimentale, innovativo, poliedrico. Armando Testa ha scritto la storia della pubblicità italiana.
Words by Miriam | Styling by Beatrice
19 febbraio 2021
Armando Testa è stato uno dei creativi italiani più sorprendenti, un artista sempre alla ricerca della sintesi d’impatto, affamato di arte e di nuovi linguaggi per raccontare il brand in modo più convincente che mai.
Ma il ragazzino torinese di tredici anni che lasciò la scuola per lavorare come apprendista operaio in una fabbrica di ferro battuto probabilmente non aveva idea della strada sulla quale l’avrebbe portato tutta quella curiosità. Armando era curioso prima ancora di essere creativo: leggeva tutte le riviste che gli capitavano a tiro ed era incredibilmente attratto dalle novità. A quattordici anni inizia a frequentare una scuola serale di tipografia e uno dei suoi insegnanti è il pittore Ezio d’Errico: è grazie a lui che si innamora dell’arte contemporanea, affascinato dai colori, dai segni, dalle forme e dal loro potere di parlare in modo semplice ma incredibilmente diretto.
Forse Armando Testa era nato per fare il pittore. O forse no. Per ogni grande carriera esiste quasi sempre un punto di svolta e la sua coincide con l’arruolamento come primo aviere fotografo nella Seconda Guerra Mondiale. Trascorre cinque anni in Africa e una sera, sotto le stelle, con il suo immancabile taccuino tra le mani, gli viene la folgorazione: diventerà un pubblicitario. Il suo destino è legato alla grafica tanto quanto al linguaggio, in un mix che a tratti risulta surreale ma efficace. Esattamente quello che si aspetta l’Italia dopo il conflitto, sempre più condizionata dalla modernità del boom economico e dalle influenze oltreoceano. E’ all’America di Walt Disney che guarda Armando Testa, convinto che le tecniche cinematografiche siano il futuro anche per la pubblicità. Nel 1956 nasce lo studio Testa, consacrato ai primi successi soltanto un anno dopo, grazie agli sketch di Carosello in cui il suo ingegno trova la massima espressione grazie alla creazione di autentici indovinelli e storie nonsense che faranno la fortuna anche degli stessi brand. L’ippopotamo Pippo, il Pianeta Papalla e Carmencita sono solo alcuni degli improbabili personaggi che hanno fatto breccia nell’immaginario del pubblico e scritto la storia del costume.
Oggi la piccola agenzia milanese è leader di settore e continua a contribuire all’awareness di piccole grandi aziende. L’approccio del suo fondatore ha generato illustri case study e attraversato le generazioni destando sempre curiosità e stupore nei consumatori, come la ricerca irrequieta di novità che lo ha fatto entrare nella storia.